Karate e Difesa Personale
Il Karate nasce come tecnica di difesa senza armi (il rimando più immediato al significato di “mano vuota”), in cui l’avversario è attaccato a distanza, perciò risultano particolarmente utilizzati colpi dati con i pugni o con i piedi in punti vitali del corpo. Se la distanza è ravvicinata, si usano anche prese e proiezioni.
L’obiettivo tecnico nel Karate è che un solo colpo sia talmente efficace da risultare sufficiente per sconfiggere il nemico. In passato, per arrivare a questo, da una parte si sono studiati i punti vitali da colpire (per l’antico legame con la medicina cinese e l’agopuntura), dall’altra ci si allenava alla precisione e alla concentrazione della forza nei colpi.
Naturalmente, durante gli addestramenti e nei combattimenti odierni, si è convenuto che debba restare il massimo controllo dell’azione, per cui il bersaglio da colpire è appena prima del punto vitale dell’avversario, ossia a 2-3 centimetri circa (sun-dome).
L’evoluzione naturale nella FIJLKAM si è avuta con il Metodo Globale Autodifesa, programma tecnico multidisciplinare ideato per fornire ai suoi praticanti un valido sistema di difesa che si basa sui principi di flessibilità e di cedevolezza su cui si fondano tutte le arti marziali.
Uno sviluppo ulteriore è stato il progetto MGA donna, attualmento portato avanti dall’ASD Karate Ancona con lo slogan “Donna in Difesa”